venerdì 24 dicembre 2010

A te micrognomo

Caro micrognomo, che sei arrivato tra noi veloce come un fulmine, piuttosto famelico e con il piglio di chi sa ciò che vuole. Che mi hai regalato iperemesi, gengivite e orticaria, perchè, si sa, le cose più preziose vanno sudate.
Che, sfidando le leggi della genetica sei, inspiegabilmente, biondo con occhi blu, facendo sospettare a tutti uno scambio in culla, non fosse altro che quella notte eravamo solo io e te in quella sala travaglio.

Che sei partito buono buono per poi farci passare nottate piuttosto intense, durante le quali, non lo nego mi sono chiesta spesso "chimelafatttofà", che tra coliche, reflusso e vattelapesca ancora non ci ho preso la mano.
Che sei sveglio, allegro, innamorato del tuo fratellone che ti abbraccia e ti dice "ti voglio bene", salvo venderti al miglior offerente quando strilli troppo.
La tua mamma si perde ogni giorno di più in quegli occhi blu come il mare, ti chiede spesso scusa per il nervoso, per il suo sentirsi spesso inadeguata, per le notti durante le quali preferirebbe un pugno nello stomaco piuttosto che alzarsi al freddo per cambiarti o per farti riaddormentare, salvo, poi, contemplarti rapita quando ti appisoli accartocciato tra le sue braccia.

Siamo arrivati a cinque mesi. Hai mangiato la tua prima pappa senza batter ciglio, con tuo fratello era scattato l'allarme rosso. Credo che resti di quella prima pappa siano ancora nascosti in qualche anfratto della cucina, non so se verranno mai più ritrovati.
Che la tua mamma, spavalda ed incosciente, era sicura che con il secondo sarebbe stata una sgambata, era certa di essere pronta e non lo era affatto, perchè lei vuole sempre misurarsi con tutto e si scopre ogni volta fragile ed inesperta e si chiede sempre come facciano gli altri a fare meglio di lei.
Questa mamma pasticciona e spesso infantile oggi, alla vigilia di Natale, vuole rinnovarti il suo amore ed augurare a tutti quelli che passano di qua feste serene e spumeggianti.



giovedì 16 dicembre 2010

No alle famiglie numerose

"Due maschi? Non cercherai la femmina?"
"Due figli? Manca la femmina, ma tre sono troppi".
"Due? Io ne ho fatto uno e mi sembra anche troppo!"
"Due è il numero perfetto, adesso basta!"

Due pare siano tollerati. Quando si sfora dal numero perfetto, la gente tende a non sopportarlo. Premesso che non penso avrò altri figli per ragioni del tutto personali, e premesso anche che me ne dispiaccio, proprio fatico a capire perchè tre-quattro figli generino tanta indignazione.
Ho amici o conoscenti che hanno avuto l'ardire di generarne più di due, eppure, se memoria non mi inganna, nessuno mi ha mai inviato la retta dell'asilo, non me ne hanno smollati due a tradimento scappando a gambe levate, non ho avuto la sorpresa di ritrovarmi un figlio acquisito nello stato di famiglia.
Come dire: sono fattacci loro.
Eppure, pare proprio ci avviamo ad essere una società "child free", ovvero: fuori i pargoli dalle palle.
Sempre più ristoranti, alberghi, appartamenti di villeggiatura negano l'accesso alle famiglie dotate di figliolanza, specie se numerosa.
Non si tollerano i loro giochi, le loro urla, il loro baccano. Lo so che ci sono genitori maleducati che se ne fregano se i figli disturbano (io i miei non li porto quasi mai al ristorante perchè il loro tempo di tolleranza è pari a zero), però questa cosa mi rattrista.
Davvero vogliamo che ai nostri figli venga negato l'accesso nei locali alla stessa stregua dei cani (a mio avviso ben più tollerati)? Li lasceremo fuori legati al guinzaglio? Il passo è breve.



lunedì 29 novembre 2010

Preghiera serale

Casa Fujiko, ora della nanna. Il micrognomo prende sonno cullato dalle braccia di Mr G.
Lo so, lo so, pessima abitudine, mi hanno già redarguita in sequenza la tata Lucia, Estivill, Tracy Hogg, la Phillis e tutti i ficcanaso del cazzo a cui non ho chiesto consigli.
"Nano facciamo la nanna anche noi".
"Diciamo le peghieine?"
"Ok, allora: nel nome del Padre..."
"Mamma"
"Dimmi nano"
"Io non vado dai peccatoi, io vado dal pade e dal fijio"
"???"
"Domani vado dai peccaoi, stassea no".
Il giorno in cui compaiono le stigmate ve lo faccio sapere.

giovedì 11 novembre 2010

La mamma VIP

Tra le categorie di mamme, ce n'è una in particolare che desta l'interesse divertito di Fujiko: la mamma VIP.
La mamma VIP è è una mamma assolutamente sui generis, svetta maliziosa tra le pagine patinate dei settimanali di gossip mostrando un corpo statuario anche all'ottavo mese di gravidanza, con un pancione che ha le stesse dimensioni del tuo dopo un pranzo ipercalorico a casa della zia Vilma.

Lei mostra con entusiasmo i suoi pargoli che, solitamente, sono belli, ben vestiti e, guarda caso,  buonissimi. Non ha occhiaie la mamma VIP, i suoi angioletti non le hanno mai fatto perdere una nottata di sonno, il suo viso è disteso e fresco come il tuo nel giorno della  prima comunione. Ti inganna perchè, vedendola così, ti invoglia a procreare, pensi che, dopo tutto, la maternità sia una sgambata, altrimenti non avrebbe quel sorriso truffaldino sul volto abbracciando il suo pargolo di soli quattro giorni. 
Quando torni con la mente al tuo TUO  di viso dopo soli quattro giorni di privazione totale di sonno, capisci che ci sono universi paralleli che mai si  incontreranno, quello della mamma patinata è uno di loro.

Ma la cosa che contraddistingue inesorabilmente la mamma VIP è una parola che inevitabilmente ricorre in ogni intervista: CONCILIAZIONE. Lei riesce con la destrezza di Mc Giver a conciliare lavoro, marito, figli, parrucchiere, estetitsta e gran galà. E tu che solitamente fatichi a conciliare il pranzo con la cena e non sai se arriverai all'ora della nanna ancora sana di mente, inizi a vaneggiare e a credere che la Gregoraci possegga il dono dell'ubiquità al pari di padre Pio.
Poi, con quei pochi neuroni che ancora si sono salvati dalla letargia, intuisci che il miracolo è dovuto alla tata filippina che costantemente solleva la super-mamma dalle fatiche quotidiane della maternità. Ed è lì che inizi ad odiarla.

Lei se ne esce con affermazioni del tipo: "da quando sono mamma ho più energia di prima" e tu che hai un unico e solo desiderio peccaminoso che è quello di dormire, corri in farmacia ad ordinare tonnellate di Supradyn scoprendo, non senza sgomento, che su di te non ha alcun effetto. E' lì che decidi in modo insindacabile di rivolgerti senza pentimento alle sostanze stupefacenti!

giovedì 4 novembre 2010

Ragioni di vita


"Buon giorno amore!! Hai fatto tanta nanna?"
"Sì"
"Sei pronto per andare a fare tanti giochi all'asilo?"
"Con Agata?"
Chicazzoèquestaagata?
"Sì amore, anche con Agata".
"Mamma..."
"Sì amore dimmi..."
"Ti vojjo bene".
Fujiko si è liquefatta sul pavimento, battito non pervenuto.
Una delle ragioni per cui vale la pena alzarsi alla mattina, assieme alla nutella e a quello stivale con tacco dodici che tanto non comprerò perchè con un nano di tre mesi quando cavolo lo metto?
Viva i nani!!!

 

lunedì 18 ottobre 2010

Giornata rosa

logo-nastrorosaA te mamma. 18 marzo 2008.
Otto anni di assenza, di esperienze non convidise, otto anni a parlare allo specchio, otto anni di dolore, che ogni tanto si affievolisce, ogni tanto ritorna con tutta la sua intensità.
Otto anni a chiedermi come sarebbe stato, ad immaginarti fare la nonna, che era il tuo più grande desiderio mai realizzato. Non abbiamo fatto in tempo, è arrivato prima LUI.
E allora arriviamo prima noi, facciamo prevenzione.

martedì 12 ottobre 2010

Come ti addormento il pupo






co sleepingFujiko,
pedagogista, educatrice, dieci anni spesi a lavorare con i bambini, prima di avere figli liquidava l'argomento sonno dei bambini con un lapidario "basta lasciarli piangere".
Poi è diventata mamma e la prospettiva è un attimo cambiata: al pianto del piccolo gnomo reagiva con la tranquillità di uno che aveva ingerito quindici caffè nel giro di venti minuti.
Era seguace di Estivill...prima di applicarlo, poi ha odiato con tutta sè stessa il pediatra spagnolo che, pare, abbia evitato accuratamente di riprodursi.

Ma lei, preoccupata di viziare il piccolo, lo metteva nel suo lettino e lo lasciava piangere, standogli accanto, fino a che non si addormentava..questo per otto mesi, poi, in vacanza, non potendo farlo piangere l'ha fatto addormentare in braccio e da quel giorno il nano non solo non ha più pianto, ma non ha più nemmeno voluto dormire abbracciato: voleva coricarsi nel suo lettino e bastava dargli un pò la mano.
Inutile dire che "fate la nanna" giace in fondo al mare in una nota località della riviera romagnola, ma ora, con il micrognomo l'ansia del come-ti-addormento-il-pupo si ripresenta con tutta la sua complessità.
Il micronano ama molto stare in braccio, roba che i miei figli non sono mai stati quelli de li metti nella culla con il pupazzetto e loro cedono, dalle nostre parti l'oggetto transazionale non ha mai avuto successo.
E allora una domanda sorge spontanea: ma voi ai vostri figli come avete insegnato ad addormentarsi?


lunedì 11 ottobre 2010

Orgoglio materno


Asilo nido, interno giorno.
"Buon giorno Fujiko, le posso parlare un attimo?"
Bastano poche parole per gettare nel panico una mamma alle prese con l'avventura tutta nuova dell'asilo. Scenari cupi e tempestosi si affollano nella mente, guardi il tuo nano ed immagini le azioni più nefande, te lo vedi mentre ura "culo" con fare intimidatorio, lanciarsi in capricci testardi con tanto di testate contro il muro per avergli negato il cioccolatino...Parli signora maestra-bionda, per carità non mi tenga sulle spine, che ha combinato il piccolo gnomo?
"No, solo un minuto per dirle che il nano è davvero bravo, si è inserito benissimo, non la cerca mai (infingardo) e gioca volentieri con i coetanei".

E' così che ti avvicini con il cuore tronfio di orgoglio al tuo nano e questo ti accoglie con "ciao mamma adesso tiamo asio, non vojjo andare a casa!!"
Dalle stelle alle stalle...

 

sabato 9 ottobre 2010

A Sarah

A te piccola Sarah, che il mostro l'hai trovato a casa, nascosto dietro al sorriso di uno zio. Tu che avevi sogni, speranze, gioie che si sono schiantate contro il muro della follia, la follia di quell'uomo che avrebbe dovuto proteggerti. Non l'ha fatto, nessuno ci è riuscito.
E come al solito ci si chiede se si poteva prevedere, se quella follia è davvero esplosa in un giorno di fine estate o se, al contrario era lì in ombra, forse non in vista, ma in ombra sì.
Possibile che un atto tanto orribile si sia scatenato così all'improvviso? Possibile che questo uomo fosse tanto bravo da nascondere il suo impulso malato?
Non lo so. Un ammonimento: guardiamoci in giro e non fingiamo di non vedere, anche quando fa male, anche quando vorremmo nascondere la testa sotto la sabbia.

martedì 28 settembre 2010

I terribili due (mesi).

Due mesi. Sono già passati due mesi dalla nascita del micrognomo.
Due mesi intensi, faticosi, teneri, gioiosi. Perchè per Fujiko i primi tre mesi sono i più destabilizzanti, scanditi da ritmi anarchici, da sintonie da stabilire, da routine da consolidare, dalla dedizione totale.
I miei figli non sono mai stati bambini che "dove li metti stanno". No. generalmente loro, dove li metti non vogliono stare.
Sono stati due mesi scanditi da pianti lunghi (eterni), a qualunque ora del giorno e della notte, quel pianto che ti entra dentro, che lo senti anche quando tutto tace,. Coliche, reflusso, difficoltà ad addormentarsi, crisi serali...chi lo sa!
L'impotenza di fronte a queste crisi è terribile, ti schiaccia come un macigno, poi il sollievo quando tutto tace, l'essere riuscite a calmare il proprio piccolino, l'incertezza di quanto durerà la tregua.

Con il piccolo gnomo, ricordo, sono stati tre mesi terribili: non sapere a cosa si va incontro, immaginarsi un fagottino tenero da coccolare, scontrarsi con il bimbo reale che è diverso da quello immaginato, sognato. Con Tommaso eravamo già preparati, se così si può dire, ma la fatica si fa sentire tutta.

Ci sono momenti tenerissimi, quando me lo coccolo tutta la notte, il suo profumo di borotalco, quella simbiosi che ti riempie il cuore, vedere che si calma solo con te, sono attimi irripetibili, che con il micrognomo cerco di godermi giorno per giorno.
Me lo stringo come non ho mai fatto con Pietro per il terrore di viziarlo, cazzate. Sono fermamente convinta che prima di essere indipendente un bambino abbia bisogno di sperimentare l'attaccamento, solo allora saprà staccarsi, saprà essere sicuro.
Per questo me lo tengo con me il più possibile, non ascolto nessuno questa volta, faccio come mi dice l'istinto che, sono certa, non sbaglia.
Sul sonno farò un post a parte, comunque abbiamo optato direttamente per il lettone: si svegliava ogni ora, ogni mezzora, per noi impossibile fare diversamente. Ora le cose vanno meglio, i tempi si sono fatti via via più lunghi.

Comunque, come avete visto nella foto del post precedente il piccolo gnomo è tenerissimo con il fratellino, non è mai stato geloso e questo, sono certa, è un dono del cielo!!

lunedì 6 settembre 2010

Inserimento al nido

L'ora x è finalmente arrivata: il piccolo gnomo ha iniziato oggi l'inserimento al nido. Fujiko emozionata come una bambina, ha varcato la soglia dell'asilo serena come dal dentista prima dell'estrazione di un molare.
Consapevole dell'importanza educativa del raggiungimento dell'autonomia del proprio cucciolo, avrebbe voluto scavare un fossato intorno al nano per proteggerlo non si sa bene da che cosa: dai bambini dispettosi, dalla maestra megera, dall'ambiente ostile, dalla strega nera...
Ok, calma, i cambiamenti spesso mi sfuggono di mano, mi creano ansia, il nano sta crescendo.
Con mia grande sorpresa dopo dieci anni passati a lavorare con i bambini nelle scuole, Fujiko ha "stranamente" trovato una maestra dolcissima, dei bimbi stupendi da mangiare, un ambiente rilassato e divertente. Il piccolo ha addirittura mangiato una pera intera: a casa l'avrebbe lanciata al cane senza degnarla di uno sguardo.
Il nano ha giocato, corso, riso, saltato cercandomi davvero poco (ingrato) e questo ha rincuorato Fujiko.
Bravo cucciolo, sei davvero il mio piccolo ometto!!

lunedì 23 agosto 2010

Notti a casa Fujiko


Ore 19-21: pianto furente per coliche.
Ore 21: messa a letto del piccolo gnomo.
Ore 21.30: poppata, rutto, rigurgito, nanna.
Ore 11.30-12: poppata, rutto, rigurgito, nanna.
Ore 3:  poppata, rutto, rigurgito, nanna.
Ore 4: sveglia del piccolo gnomo per incubo notturno, vuole la mamma.
Ore 4.30: poppata, rutto, rigurgito...il micrognomo è pronto per affrontare una nuova giornata. Dopo vari tentativi, alle 6 si riaddormenta.
Fujiko si fa leggera come una piuma, non respira: trattiene. Non cammina: vola. Non pensa: neuroni bloccati dal sonno.

Ore 7: sveglia del piccolo gnomo "mamma vojo titto"
"Tesoro, te lo dà papà".
"No, me lo dai tu".
Ecco. Appunto.

Come dire: a casa Fujiko, la notte, vige l'entropia più totale.
E' in notti come queste che Fujiko si domanda incessantemente, seza risposta, se riprodursi non sia puro autolesionismo.
Ai posteri...

 

giovedì 5 agosto 2010

Nascita del micrognomo


Caro micrognomo, sei arrivato tra noi finalmente, e hai deciso di farlo con due settimane di anticipo, proprio il giorno in cui il tuo adorato papà discuteva la tesi.
Non ho potuto presenziare alla discussione, trascorrendo l'intera giornata al pronto soccorso a causa di una terribile orticaria di probabile origine gravidica che, non solo mi costringeva a grattarmi come un'appestata, ma mi dava quell'aspetto attraente tipo Pimpa che non dimenticherò più.
Ricordi quando ti dissi che non avrei gradito altre sorprese fino al termine della gravidanza? Ecco, forse in quel momento eri distratto...

Subito dopo l'induzione sono partite le contrazioni, inizialmente blande e poi via via sempre più intense in un crescendo regolare. Quando sono divenute ritmiche nel tempo, ho allertato l'ostetrica: attenzione, voglio l'epidurale!
"Sei dilatata di 2 cm circa, considerando che è il secondo figlio, meglio andare in sala travaglio".
Ok, mi rilasso, il dolore è piuttosto intenso, ma mi consolo, tra poco l'analgesia lo allevierà.

Entro in sala travaglio alle 00.10, chiamano l'anestesista al telefono, tra poco arriverà. E poi il delirio: le contrazioni non mi danno tregua, sono forti e senza pause.
Inizio ad agitarmi: dove cazzo è l'anestesista? Guardo l'orologio sono passati solo cinque minuti.
Vedo le facce allarmate delle ostetriche, ad un certo punto realizzo che il travaglio procede velocemente e non ci sarà tempo per la santa punturina: inizio ad imprecare, stringo forte il braccio di non-so-chi, mi dispiace ma è la prima cosa che ho trovato.
"Non so se svenire, vomitare o morire" chiedo delirando.
Intanto abbassano velocemente il lettino, arriva la ginecologa, si vestono col camice verde. Ohi, ohi, qui ci siamo, penso.
"Spingi" mi dicono.
"Non spingo finchè non arriva l'anestesista!" grido loro.
"Arriva, ma tu intanto spingi, con due spinte nasce" mi risponde l'ostetrica.
"Non sono capace di partorire senza epidurale, non ce la faccio" piagnucolo.
"Solo due spinte e il tuo bimbo nasce"
"No, voi mentite, dite sempre così, ci vorrà ancora un'ora, non ce la faccio" mi impunto.

E poi l'istinto, la necessità di spingere, una spinta, due spinte, la testa è fuori. Terza spinta ed esce il corpicino di Tommaso. Sono le 00.38.
La vita è un miracolo che ogni giorno si rinnova.

Un rignraziamento particolare alle ostetriche e ai medici dell'ospedale  S. Orsola di Bologna: persone che svolgono il loro mestiere con competenza e passione.


 




 

venerdì 30 luglio 2010

E' arrivato!

Alle ore 00.38 di sabato 24 luglio è atterrato tra di noi veloce come un fulmine Tommaso-micrognomo. Veloce, quasi indolore, piuttosto famelico.
A presto il resoconto dettagliato.

mercoledì 14 luglio 2010

Con la testa a posto

Per la cronaca: il micrognomo, che impavido nuota nella pancia di Fujiko, ha finalmente messo la testa a posto. Nel senso che ha fatto la fatidica capriola e pare proprio per il verso giusto.
Bravo micrognomo, iniziamo con il piede giusto.

Nel frattempo il piccolo gnomo, in trepidante attesa del suo fratellino, annuncia gioioso e gaio che non appena arriverà lo butterà nel rusco (espressione bolognese per indicare la spazzatura, l'immondizia) e lo dice proprio con tutti, caso mai non fosse chiaro il concetto.

Domenica una brutta caduta dalla bicicletta ci ha fatti finire dritti dritti al pronto soccorso, dove il nano è stato medicato per una ferita in fronte. Abbiamo evitato i punti grazie alla miracolosa colla della dottoressa. Al nano è stato conferito il diploma di coraggio.

L'avventura al P.S. ci ha evitato la gita domenicale al mare: Fujiko non avrebbe resistito alla vista delle fanciulle in stivale frangiato con 89 gradi all'ombra. A tutto c'è un limite. Probabilmente Mr G non era dello stesso avviso, ma tant'è.

Nel mentre l'interesse morboso nei confronti della pancia cresce e anche uscire per fare la spesa diventa un'impresa: Fujiko è costretta a dribblare affermazioni e domande di ogni tipo. Sta seriamente meditando di esporre un cartello: "mancano venti giorni al parto, è un maschio e si chiamerà Tommaso. Lo so che lo avevate capito dalla pancia a punta (anche se in Toscana è sinonimo di femmina), non c'era bisogno di dirlo. Da dietro non sembro incinta, ma lo sono, ho preso 9 kg non perchè sono brava, ma perchè ho vomitato come un motociclista all'Oktoberfest per quattro mesi e questo non aiuta ad ingrassare. E' il secondo figlio, il primo ha due anni e rotti. Uh come sono vicini, si faranno compagnia!"
Scusate il posto sconculsionato, ma il caldo ha liquefatto i pochi neuroni non impegnati a pensare al parto.


martedì 6 luglio 2010

News estive

Il caldo di questi giorni sta mettendo a dura prova Fujiko. La pancia è sempre più grande, la voglia di riappropriarsi del proprio corpo è enorme.
Manca meno di un mese al parto e già leggere queste parole nero su bianco destabilizzano le poche riserve mentali.  Questa settimana è impegnativa per tutti i controlli finali e correndo da un ambulatorio ad un padiglione Fujiko tenta invano di non liquefarsi nel tragitto, a volte con scarsi risultati.
Domani ecografia per vedere se il micrognomo ha deciso finalmente di fare la tanto fatidica capriola, sperando che, nell'eventualità, l'abbia fatta per il verso giusto e non per i piedi, nel qual caso sarà sonoramente redarguito alla nascita.
La paura cresce, ma la voglia di abbracciarlo è forte.

Domenica abbiamo trascorso una fantastica giornata al mare con 45 gradi all'ombra. Fujiko è rimasta piantata sotto l'ombrellone per quasi tutto il tempo, mentre uno gnomo scatenato, incurante della caldana, ha stremato Mr G per tutta la mattinata.
A Cervia, bagno molto VIP, Fujiko ha visto aggirarsi strane presenze femminili che, incuranti della temperatura afosa, si aggirano per la spiaggia con zoccoli tacco 12 o, in alternativa stivaletto con frange, capello sciolto ancora in piega (miracolo della legge di gravità), costumi micro ovviamente per il troppo caldo. Chiaramente erano circondate da individui tatuati che si mormora siano calciatori, soggetti abbronzati più di Carlo Conti che riescono a giocare a racchettoni sotto il sole delle 13 senza morire disidratati. Sono esperienze.


Alle 13.00 la famiglia Fantozzi ha decretato, senza possibilità di ripensamenti, che i giochi erano finiti e si è riparata al fresco dell'aria condizionata dell'auto.
Il consorte, oramai sempre più indispensabile a Fujiko, si aggira stremato per casa da allora, non si sa se per la vista delle fanciulle di cui sopra o perchè messo a dura prova dal piccolo gnomo.
L'arcano non è svelato.

martedì 22 giugno 2010

Voglia di partorire

Ad un mese e mezzo dal parto Fujiko desidererebbe, in ordine:
 
- ingoiare dieci panini al prosciutto crudo, dieci al salame e una fiorentina al sangue;

- dormire a pancia sotto;

- smettere di rantolare al secondo gradino delle scale di casa;

- andare al mare evitando di rotolare sulla sabbia bollente;

- riuscire a depliarsi l'inguine evitando l'effetto mosaico che non fa per niente "donna curata anche in gravidanza";

- evitare il rischio soffocamento notturno quando, per errore, si trova sdraiata a pancia in su;

- non essere più costretta ad ascoltare frasi del tipo: "uh, come stai bene, ma sai che da DIETRO non sembri incinta?";

- smettere di farsi prelevare sangue ogni mese;

- evitare di incontrare la ginecologa con frequenza così assillante;

- liberarsi di gengivite e sciatalgia;

- indossare quei pantaloni bianchi che la costringono  a sdraiarsi sul letto per allacciare il bottone e stare in apnea per tutta la giornata.

Come dire: giunti quasi al traguardo qui qualcuno freme.
P.S. so già che durante il travaglio o le notti insonni maledirò questo post, ma intanto non se ne può più.

lunedì 14 giugno 2010

Dialoghi surreali


"Gnomo fai la nanna"
"Sì, prima dò bacino a mommaso".
"Va bene dai il bacino a Tommaso".
"Mamma dov'è mommaso?"
"Amore Tommaso è qui nella pancia della mamma, un giorno lo andiamo a prendere ok?"
"Sì, lo andiamo a pendere lì?" chiedi il piccolo gnomo indicando la pancia.
"No tesoro lo andiamo a prendere all'ospedale".
"Sì. Mamma, mommaso è al buio?"
"No, Tommaso non è al buio".
"C'ha paua?"
"No amore Tommaso non ha paura perchè sente sempre il suo fratellone che gli parla e gli dà i bacini. Ora però dormi, non ti preoccupare".
"Mamma?"
"Sììì tesoro bello???"
"Mommaso ficcanaso e cuio".
Fujiko non coglie provocazione.
"Dormi!"
"Mamma?"
"Sììììììì???"
"Casso! Ecco adesso faccio nanna".

Orgoglio di madre ferito, laurea pedagogica stracciata. Naturalmente è colpa del papà, che avete capito?

martedì 8 giugno 2010

Asilo nido

"Ufficio scuola buon giorno".
"Buon giorno sono Fujiko, chiamo in merito alla graduatoria per l'asilo nido."
"Sì signora è uscita oggi".
"Ecco, volevo sapere se il piccolo gnomo a settembre avrà la congiunzione astrale giusta per entrare all'asilo".
"Vediamo signora...piccolo gnomo...piccolo gnomo...sì signora è uno dei primi. Come fate ad avere un punteggio così alto?"
"Non lo so signora dell'uffico scolastico. Forse perchè lavoriamo, studiamo, non abbiamo nonni, sono in attesa del secondo figlio, ho Saturno favorevole e una botta di culo che non guasta mai?"
"Può essere" risponde sospettosa la signora dell'ufficio scolastico.

Ecco, ora che Fujiko ha ricevuto la lieta novella, avrebbe solo voglia di strafogarsi di nutella e gelato al pistacchio. Cioè proprio lui, il piccolo gnomo, che solo un secondo fa non camminava, emetteva versi incomprensibili e voleva solo la sua mamma, proprio lui sarà pronto per il grande salto?
Fujiko tenta prepotentemente di ignorare il nano quando, passando davanti all'asilo, le dice: "guadda mamma i bimbi de asio ci andiamo?"
"Sì amore, tra poco ci vai anche tu".
"No ta poco, oggi".
 Brutto gnomo ingrato, non stai forse meglio con la tua mamma? Cosa sono questi desideri di autonomia che poi la mamma, in preda a delirio ormonale,  piange come un tacchino sgozzato? La tua mamma che ogni tanto vorrebbe salire sul primo aereo qualunque- sia- la- meta e ogni tanto vorrebbe stringerti così forte da riportarti nel suo grembo.
Questa madre un po' folle che quando ti vede aggirarti per casa come una scheggia impazzita pronta a devastare tutto desidera solo che tu raggiunga la maggiore età e un momento dopo sogna con malinconia la prima volta che ha incontrato il tuo sguardo liquido e curioso.
Questa mamma, che con tutto il cuore spera che questa sia la scelta giusta per te, che sa perfettamente che queste, in fondo, sono solo seghe mentali (scusandosi per il francesisimo).

martedì 25 maggio 2010

In attesa

Hey tu piccolo pesciolino che nuoti impavido nella pancia della tua mamma. Sì, proprio tu che sei già stato nominato ficcanaso senza alcuna colpa.
Mancano due mesi al tuo arrivo, ma la tua mamma è trepidante, ha voglia di vederti, di abbracciarti, di riconoscersi in quegli occhi liquidi, di perdersi nell'incavo del tuo collo.
Il tuo fratellone ti aspetta, ogni sera bacia il pancione, ti augura buona notte e ti promette che verrà a prenderti all'ospedale insieme alla mamma, al papà, alla dada, a Pippi calzelunghe e al lupo, che qualunque psicologo interpreterebbe come segno ineluttabile dell'espressione della sua aggressività, ma che noi continuaiamo a credere sia solo un innocuo personaggio di fantasia.

Tu che ti fai sentire sempre più con i tuoi calci e le tue capriole, tu che mi hai regalato cinque mesi di vomito incessante e che, sprezzante del pericolo, per quest'ulimo bimestre hai pensato bene di donarmi gengivite e sciatalgia (spero tu non abbia altri regali in serbo per la tua mamma), sappi che qui tutti ti aspettano.

E siccome il rapporto madre-feto è necessariamente simbiotico e tutti i miei stati d'animo ti arrivano senza filtro, quando mi senti preoccupata, ansiosa, con la paura di non farcela, tu non te ne curare, sono momenti che passano.
Perchè un figlio  è un salto nel buio, è un lancio senza paracadute: sai che atterrerai, ma non sai dove... E' amore incondizionato, follia pura, è emozione di "pancia", terrore sordo. 

Tutte queste parole gettate a caso come dadi alla roulette, per dirti che quando arriverai noi non saremo pronti, ma faremo il possibile. Ah, se ti riesce, ricordi Elisa, quella splendida bambina dagli occhi blu che a quindici giorni di vita dormiva dalle 23 alle 6 del mattino? Ecco se ti andasse di imitarla, la mamma ed il papà ringrazierebbero vivamente, come dire contribuiresti senza dubbio alla pace non del mondo, ma dalla nostra strampalata famiglia!
Con tanto amore.
La tua mamma.

martedì 11 maggio 2010

Il linguaggio del piccolo gnomo


Domenica mattina a Messa.
"Buon giorno Fujiko, come va?"
"Buon giorno don tutto bene grazie"
"Ciao piccolo gnomo come stai?"
"Tai sitto pete che Gesù domme!!" esclama impavido il nano.

E mentre Fujiko cerca invano una spiegazione negli occhi di Mr G scavandosi nel contempo un varco negli inferi, un gruppo di comari coglie la palla al balzo: "ha sentito don stia mo' zitto un po'!"

Considerando che il paese è piccolo e la gente mormora, Fujiko è consapevole del fatto che tra poco il piccolo gnomo sarà noto a tutti come il figlio illegittimo di Marilyn Manson.

Il mistero si infittisce: nessuno in famiglia ha mai proferito tale frase, non è chiaro per quale strana alchimia il nano abbia fatto tale associazione di idee. Una cosa è certa: dovesse iniziare a roteare i bulbi oculari o a parlare lingue arcaiche chiamate padre Amorth!

Nel frattempo anche questa domenica abbiamo fatto la nostra porca figura.

mercoledì 28 aprile 2010

La forza della vita

A Rossano Calabro sabato scorso è avvenuto un episodio sconcertante.  Il cappellano dell'ospedale, dopo aver saputo che al mattino era stato eseguito un aborto terapeutico, si reca nella sala operatoria dove era avvenuta l'interruzione di gravidanza con l'intento di pregare per quella vita interrotta. Con sua enorme sorpresa, avvicinatosi al tavolo di metallo dove il feto di 22 settimane abortito oltre quattro ore prima era stato deposto, si accorge che quel fagottino si moveva e respirava ancora.
La dottoressa Melania Rizzoli attraverso il quotidiano Il Giornale denuncia come questo episodio non sia affatto isolato. Quando l'interruzione di gravidanza avviene oltre la metà del periodo gestazionale, è molto probabile che il feto nasca vivo; chi sostiene che questo sia un episodio isolato, continua la dottoressa Rizzoli, non ha mai frequentato le sale operatorie dei reparti di ostetricia.
 Il medico abortista evita solo di legare il cordone ombelicale per accelerarne la morte, ma in nessun caso il personale può intervenire per sopprimere il feto.
Molte volte, come nel caso di Cosenza, anche se il feto è malformato, può sopravvivere addirittura diverse ore, spesso con grande disagio del personale sanitario. Viene lasciato al suo destino, in attesa che la morte faccia il suo corso.
Fortunatamente le madri non vengono informate di questa barbarie, fino ad ora. Nessuna norma di legge tutela questi feti nati vivi.
Ho faticato a leggere questa notizia, l'ho fatto a rate. Rabbia, frustrazione, solitudine, sono tutti sentimenti che provo da ieri. Continuo a sperare che le cose non stiano esattamente così, che, magari vi sia qualche sensazionalismo giornalistico, ma ne dubito.
Giustamente ha suscitato indignazione il gruppo idiota su facebook che inneggiava il tiro al bersaglio per le persone down, ma qui non parliamo di imbecilli che si divertono attraverso l'anonimato a creare scalpore. Qui, quel bambino malformato è stato lasciato morire senza alcun tipo di assistenza, non è forse un tiro al bersaglio?
Questa notizia ha toccato un nervo scoperto non solo perchè ora sono mamma e sono in attesta del secondo figlio, ma anche perchè ho lavorato dieci anni con le persone disabili e in quel feto lasciato morire così ho rivisto i loro occhi, le loro risate, le loro difficoltà. Si parla di eutanasia e un feto "malformato" non ha nemmeno il diritto ad una morte dignitosa.

giovedì 22 aprile 2010

Ma è sempre colpa delle madri?


Ma è sempre colpa delle madri?
Intorno alla maternità alita uno strano alone giudiziale-pregiudiziale che normalmente finisce con il condannare le madri per ogni loro gesta, anche quelle inconsce.
 Il giudizio più feroce viene, ovviamente, dalle donne sia che abbiano prole sia che ne siano sprovviste. Quasi nessuna si esime da dispensare perle di saggezza, ma il loro consiglio generalmente si traduce in una sorta di condanna sulla tua capacità educativa o sul tuo istinto materno.
Non ho mai creduto che ci fosse un solo modo di essere madre, un solo modo di relazionarsi ad un bambino, e questa convinzione si è radicata definitivamente da quando sono diventata mamma.
Non è mai una condanna dichiarata, ma piuttosto un’allusione velata, una battuta scherzosa, o un’osservazione rivolta al piccolo.
Certe donne, per il solo fatto di aver partorito sono convinte di sapere tutto sui bambini, anche su quelli altrui, sono quelle che non ti ascoltano, che ad ogni tua affermazione asseriscono convinte: “anche il mio…sapessi!”, perché per loro la maternità è abnegazione, rinuncia, ti fanno sentire indegna della tua lamentela perché “cosa credevi che fosse diventare mamma?”. Loro, ovviamente, lo sapevano già e quindi sono prive di ansie, sensi di colpa, dubbi.
La donna, appena partorito, subisce un attacco su tutti i fronti: “attaccalo subito al seno”, “devi allattarlo”, “non viziarlo”, “non tenerlo troppo in braccio”, “fallo dormire con te”, “mettilo subito nella sua cameretta” ecc. Di dogmi come questi potrei elencarne a centinaia. Spesso contribuiscono soltanto ad aumentare la confusione che già regna nella vita di una neo mamma alle prese con un mondo nuovo, tutto da scoprire.
I dispensatori di consigli (spesso non richiesti) dovrebbero ricordare che quello è il loro modo di rapportarsi al loro bambino, non il modo universale di essere mamma. Quei consigli spesso sono dispensati solo per rafforzare la loro convinzione, il loro precetto educativo.
Rapportarsi con un neonato che piange poco non è la stessa cosa che farlo con un figlio che strilla continuamente per le coliche o “chissà cosa”. Il feedback che si riceve non è lo stesso. Ci sono madri che si colpevolizzano (o che vengono colpevolizzate) di non riuscire a calmare il pianto del neonato. Se alla propria voce interiore si aggiunge quella di chi sta intorno che, in modo insidioso, ti fa capire che forse sei troppo nervosa, forse non sei in grado di farlo rilassare, forse… Forse quella mamma avrebbe solo bisogno di un po’ di silenzio e di qualche ora di sonno in più, o di prendersi un caffè con un’amica per un’oretta.
 
Se il bambino è vivace non sei stata in grado di educarlo, se non si attacca al seno non ha una buona rappresentazione materna, non hai pazienza, se si sveglia troppo di notte lo hai viziato, se vomiti in gravidanza non accetti tuo figlio, se torni troppo presto al lavoro lo traumatizzi, se lo allatti troppo esageri. Potrei elencarne a centinaia.
 La prossima volta che un’amica ci esprime le sue perplessità, paure, dubbi inerenti il proprio ruolo di mamma, proviamo a porci in ascolto, a sospendere il giudizio, forse la aiuteremo a sentirsi meno incapace.

lunedì 12 aprile 2010

Le mamme del parco

L'incontro con altre mamme è un momento catartico, ogni genitrice lo sa. Proprio per questo Fujiko tenta di evitare i giardinetti, luoghi funesti dove ogni giorno ti vengono impartite lezioni di vita alle quali non riesci a sottrarti.


Perchè loro, "le altre", sono quelle che sanno come si fa, sono quelle i cui figli dormono, mangiano, giocano con moderazione perchè loro glielo hanno insegnato con pazienza e voce melodiosa. Sono quelle che mandano feed-back positivi, che ogni no è motivato e trasformato in azioni possibili, sono quelle che educano con il buon esempio. Loro vanno al ristorante e i pargoli non si muovono dal seggiolone, loro piuttosto che lasciare i figli alla nonna e godersi una serata con gli amici preferirebbero fustigarsi con un gatto a nove code.


Poi arrivi tu, sudata, con la  pancia esplosa,  la giugulare ispessita, la voce melodiosa quanto una strisciata di unghie sulla lavagna. Il tuo piccolo gnomo si coalizza immediatamente  con il gruppo lancia-sassi e acrobati-dello-scivolo, quelli che non hanno madri, o se le hanno  se ne ignora la localizzazione. Il nano, galvanizzato dal gruppo, diventa sempre più molesto e tu inizi a sentirti leggermente a disagio. La madre di Teodoro, rincara la dose: "amore, a me non importa degli altri, tu le margherite non le strappi" alita con voca soave alzando un po' il tono in modo che tu possa sentire, perchè è chiaro che il romprovero è rivolto a te e non al povero Teodoro, uno di quei bimbi che capitano in dotazione sempre agli altri.


Quando la guerriglia ha assunto aspetti anarchici-insurrezionalisti, decidi di averne abbastanza, prelevi il nano, lo trascini a casa e lo fiondi nel tuo solitario ma quieto giardino dall'immediato effetto detonatore per lui, ma soprattutto per i tuoi neuroni.


Così quando a cena tuo marito esclamerà: "anche a me piacerebbe andare al parco con il piccolo gnomo!!" tu estrarrai la cerebottana e lo impallinerai con i piselli dello spezzatino, constatando amaramente che il nano, in quanto a violenza, ha preso da te.

sabato 3 aprile 2010

Buona Pasqua

Buona Pasqua a tutti. A chi domani scarterà emozionato il suo uovo, a chi odia il cioccolato, a tutti i bambini del mondo, alle loro mamme.
Buona Pasqua a chi figli non ne ha, a chi li sta cercando e non arrivano, a chi non ne voleva ma poi è arrivato.
Buona Pasqua a chi è innamorato, a chi è deluso, amareggiato, sfortunato. Auguri a chi la vita la sa mordere, godere, affrontare.
Buona Pasqua a questo meraviglioso mondo sgangherato, folle, deturpato.
I miei migliori auguri a tutti quelli che passano di qui e anche a tutti coloro che non ci passeranno mai.
AUGURI A TUTTI.

giovedì 18 marzo 2010

Think pink


La gravidanza, si sa, è argomento di dominio pubblico. Difficile trovare qualcuno che si esima dal pontificare, consigliare, prevedere, raccontare. Fujiko in questo è maestra, in quanto a consigli non richiesti, previsioni un-tanto-al-chilo, congiunzioni astrali è imbattibile, sia chiaro.
Uno dei tormentoni alla quale una puerpera, suo malgrado, non riesce a sottrarsi è quello inerente il sesso del nascituro.

Test infallibili quali il conteggio delle R (non chiedetemi come funziona perchè mi sono rifiutata di apprendere), la fase lunare al momento del concepimento, la forma della pancia, il brufolo spuntato sul mento, la voglia di gelato al pistacchio e quel certo-non-so-che, avevano dato per certo che Fujiko, questa volta, fosse in attesa di una femminuccia.

Così, quando si è recata dalla dottoressa dalla voce gentile e rassicurante per l'ecografia morfologica, aveva già addocchiato due o tre completini assolutamente e schifosamente rosa e fiocchetti  (in barba al pink stinks), per la disperazione di Mr G.

La dottoressa dalla voce gentile e rassicurante è bravissima: "Questo è il cuoricino, l'aorta, l'arteria polmonare, i due polmoni, i reni, le arterie renali, il pisellino...".
 "Ferma! Non può essere, una mamma queste cose le sente, non può essere un pisellino quello!" ha protestato vivamente Fujiko.
"Controlliamo...le assicuro signora che è proprio un pisello, vede? Questa è la borsa scrotale e  questo è proprio un pene, non ci sono dubbi, lei aspetta un bel maschietto, complimenti" ha sentenziato sempre con voce rassicurante la dottoressa.

E così crollato il sogno delle treccine e dei codini, Fujiko ha guardato il monitor, quei piedini che scalciavano e quelle manine davanti al volto e ha deciso che chissenefrega delle gonnelline e di quelle scarpette con i lustrini. Lei languida e mollacciona si è innamorata subito di quel pisellino mostrato impavidamante a gambe aperte.

P.S. il piccolo gnomo lo ha già ribattezzato "Tommaso ficcanaso"...e Tommaso sia!
P.S. questo post è per tutti quelli che hanno esclamato "Oh no, un altro maschio!!!" ma davvero fa tanta differenza?

 

lunedì 8 marzo 2010

Due anni di te


Auguri piccolo gnomo. Hai già due anni.
Due anni di gioia, di pianti, di capricci, di passi incerti, di cadute e di rialzate. Due anni durante i quali la mia vita è stata travolta da un'onda anomala, da un sentimento tanto grande da non poterlo contenere, da un amore che non sapevo di poter provare.
Io che credevo di sapere e non sapevo niente, me lo hai insegnato tu cosa vuol  dire fare la mamma, lo sto imparando ancora giorno dopo giorno.
Hai amplificato la mia sensibilità, ogni tuo dolore è il mio, ogni tua gioia illumina il mio cuore.
Auguri piccolo amore, sei il mio regalo dell'8 marzo, la mia mimosa sempre fiorita.
La tua mamma.

lunedì 1 marzo 2010

A te amore mio

Ti conosco da sempre, ti amo infinitamente.
Mi hai regalato momenti indimenticabili, sorrisi spensierati, sostegno infinito. Eri accanto a me quando ero felice, quando soffrivo, quando davo il peggio di me. Tu c'eri, sempre.

Mi hai regalato un bimbo stupendo che ti adora ogni giorno di più, che con te mette a soqquadro la casa,  gioca al lupo, guarda "Pippi calzelunghe", cavalca sparapulci.

Questo bimbo o questa bimba in arrivo è già parte di noi. Ci regalerà momenti teneri, qualche occhiaia, un po' di nervosismo, qualche reciproca accusa inesistente dettata dalla stanchezza, ma alla fine saremo felici della nostra famiglia, ancora nel mare in tempesta.

"La mia libertà sono le tue ali.
Il posto del tuo cuore è nel mio petto".

Questi versi sono per te.
Ti amo.

venerdì 12 febbraio 2010

Dubbi esistenziali notturni

Ore 4.10 svegliata dall'ennesimo delirio onirico inerente cesarei e parti d'urgenza, Fujiko allunga una mano in direzione del piccolo gnomo per accertarsi di averne partorito almeno uno, e lo trova bagnato di pipì fino alle ascelle.
Il diabolico spirito di sopravvivenza le suggerisce di girarsi dall'altra parte e fingere di aver sognato, mentre l'istinto materno le sussurra come un mantra le possibili conseguenze del suo gesto scellerato che vanno dal raffreddore alla polmonite.
Fujiko, imprecando contro il suo insano desiderio di riprodursi, decide di abbandonare il caldo talamo nuziale e prelevare il piccolo gnomo.
Al buio procede alla svestizione del nano il quale non batte ciglio e continua imperterrito a dormire e a tentoni cerca di riconoscere gli indumenti. Body, calze, pigiama...piagiama...constata con amarezza che l'unico rimasto nel cassetto è il temibile pagliaccetto con il pinguino che, per indossarlo necessita delle stesse istruzioni di montaggio di una cucina Ikea. L'ultima volta che Fujiko è riuscita ad infilarlo al piccolo gnomo le hanno conferito una laurea honoris causa in ingegneria meccanica.
Decide, quindi, di abbandonare il perfido indumento e si lancia alla ricerca di "qualunquecosavabene" rimediando una comoda tuta.
Fionda il nano nel lettone, ritorna nel caldo (che tanto caldo non è più) tepore del piumone e tenta invano di riaddormentarsi rapidamente.
Conciliata dai calci alla colonna vertebrale e da una pancia non più tanto agevole agli spostamenti, Fujiko impiega più di un'ora a prendere sonno e mentre sta per abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, ricorda improvvisamente che l'indomani mattina la attendono un centinaio di medici radunati in convegno e che dovrà stringere mani e rispondere con occhiaie vistose e un sorriso incerto ad affermazioni del tipo: "signora che bella cosa è incinta-di quanto-ah è il secondo-a quando il terzo-quando è previsto il lieto evento- ma come è magra-ma che bella pancia-ma che pancia piccola-ma che pancia grande-in effetti mi sembrava un po' pallida.." chiedendosi ossessivamente e, probabilmente incapace di darsi risposta, se i figli si facciano per amore o per follia.

mercoledì 3 febbraio 2010

Chi ben comincia...

All'ospedale in visita ad un'amica che ha appena partorito una splendida bambina il piccolo gnomo guarda estasiato la piccola.
"Amore, hai visto che bella Giulia? Mandale un bacino con la manina".
Il piccolo invia baci, accarezza la culla ripetendo ad oltranza: "Giuia beia (Giulia è molto bella)".

Fujiko, incoraggiata da questo atto di tenerezza del suo piccolo gnomo lo incalza: "gnomo, quando nasce il tuo fratellino o la tua sorellina glieli dài i baci?"
"Gno!"
"No? Perchè no?"
"Butto (lui-lei, essere non ancora identificato, è brutto)".

Non c'è che dire, chi ben comincia è a metà dell'opera.

venerdì 22 gennaio 2010

Iperemesi gravidica

Come è noto Fujiko in gravidanza è in forma smagliante quanto un malato di ebola.
Ha trascorso l'ultimo mese e mezzo vomitando continuamente e con nausee talmente forti da schiantarla, perdendo cinque chili. Ora, grazie ai farmaci va meglio, ma non è passata completamente.
Prima di rimanere incinta non conosceva il significato di iperemesi gravidica, si aspettava le nausee, quelle mattutine, quelle che passano sgranocchiando un grissino, quelle che con la loro presenza annunciano che il bambino c'è, che tutto procede.
Non era certo preparata allo tsunami che l'avrebbe investita costringendola a letto con tre flebo al giorno per scongiurare l'insufficienza renale, per evitare di perdere il bambino.
Essere incinta e sentirsi così è tremendo, rischi di perdere di vista l'obiettivo, ti chiedi se davvero ne valga la pena, ti chiedi se ce la farai ad arrivare al termine.
Ogni cosa ti provoca conati: mangiare, parlare, gli odori, i movimenti, è come avere un'intossicazione che però dura due mesi.
Anche con il piccolo gnomo c'era passata, ma questa volta è stata anche peggio, ferma al letto senza possibilità di muoversi.
Con un po' di vergogna ammette che solo ora riesce a gioire del lieto evento, prima aveva la mente offuscata dal malessere. Non le piace questo pensiero, ma quando ti dicono che vomiti perchè rifiuti il bambino, bisognerebbe spiegare a questi psicologi da quattro soldi che è il contrario: stai talmente male che fatichi a gioirne, non hai la mente libera, non il contrario.
Grazie al cielo non è una sindrome frequente, ma chi ci è passata mi può capire.

giovedì 14 gennaio 2010

Lunga latitanza

Fujiko ha latitato a lungo da questo blog, non per inerzia, o disinteresse, no. La sua assenza è dovuta ad un malessere generalizzato che le impediva di alzarsi, di mangiare, che le provocava nausea 24 ore al giorno e vomito ricorrente.
Spesso in questo mese e mezzo si è chiesta se ne valeva la pena, se era proprio necessario, poi, oggi, quando ha senito quel cuoricino battere forte forte dentro la sua pancia ha convenuto che sì, ne valeva proprio la pena, che non potrà più farne a meno di quelle manine che si coprivano il volto e che non ne volevano sapere di star ferme.
Fujiko, nonostante i cinque chili persi in un mese, oggi, ha smesso di imprecare.