mercoledì 15 maggio 2013

C'è che...

C'è che crescono. Crescono e te ne accorgi proprio in quell'attimo in cui fanno quell'espressione sul volto mai fatta prima, quando sono assorti a guardare Spongebob e non ti eri accorta che occupavano tutto quello spazio.

C'è che ogni giorno è una concquista, una fatica, una gioia nuova e tu vorresti lanciarli, farli volare liberi, ma ne sei terrorizzata. Non vuoi che si facciano male, che si allontanino da te, ma è necessario, dolorosamente e felicemente necessario.

C'è che quel fagottino che allattavi di notte, all'improvviso, una domenica di maggio, inizia ad andare in bici senza rotelle e a te gli occhi si fanno umidi.
"Mamma piangi?"
"No tesoro, lo sai che sono allergica".
"Ai pluvini?"
"Sì tesoro, ai piumini".

C'è che ogni giorno cerchi di fare il meglio, ma, miseramente, non ci riesci, non abbastanza, non quanto vorresti, perchè, a volte, la stanchezza prende il sopravvento sulla volontà. Ma va bene così. Anche questo insegna che non si vive nel mondo perfetto, che gli esseri umani sbagliano, l'importante è aggiustare il tiro, chiedere scusa, spiegare.

C'è che loro sono il progetto più importante della tua vita, per quanto tu resti sempre tu con i tuoi interessi, lo studio, il lavoro, lo svago. Solo che il baricentro si è spostato, la tua "pancia" oggi sono loro. Anche quando non vorresti, anche quando la tua voglia di libertà o di silenzio si fa fortissima.

C'è che questa mamma guarda con stupore ogni giorno il miracolo della vita che non è per niente quello che ti aspettavi, che è di più, a volte peggio, a tratti molto meglio.
Grazie di cuore gioie mie.


venerdì 8 marzo 2013

I fantastici cinque

Auguri dolce amore mio.
Oggi compi cinque anni. Cinque anni. No, dico, ti rendi conto?
Sei nato ieri, come fai ad avere già cinque anni? Dove è scappato questo tempo impalpabile che scorre via come sabbia nelle mani?
Sono cresciuta insieme a te, sono diventata mamma, credevo di sapere tutto ed invece non sapevo niente, credevo di poter fare a modo mio, ed invece ho dovuto fare a modo "nostro", perchè ho imparato che i bambini, anche quelli di poche ore sono persone.
Ho anche pianto, sai, quando l'euforia del dopo parto si è trasformata in stanchezza, quando non dormivo, quando mi pareva che la mia vita fosse condannata ad avere un'appendice perenne dalla quale non mi sarei mai più staccata.
E mi vergognavo di questi pensieri, perchè ti amavo immensamente, perchè un amore così era troppo grande per poter sopportare anche il dolore, credevo di dover provare solo sentimenti gioiosi, pensavo che dar spazio alla tristezza fosse come bestemmiare.
Ed invece ho fatto pace con i miei sentimenti, ho capito che erano normali.
Sei un dono, sai, con quel tuo musetto dolce, la tua sensibilità, che tanto mi inorgoglisce, ma che mi fa stare male. Vorrei proteggerti dalle batoste, ma non lo posso fare, non lo devo fare, perchè credo fermamente anche nella tua forza, nella tua caparbietà.

Ti ringrazio per aver accolto con amore il tuo fratellino, anche se è poco affettuoso per i tuoi gusti, tu che baci ed abbracci tutti, lui che è così parsimonioso negli slanci affettivi, ma credo ti serva da lezione anche questo.
Io, che, usualmente amo scrivere in modo ironico, oggi ho scritto un post smielato, che provocherà attacchi di iperglicemia in chi legge, ma per oggi, non trovo altre parole.
Buon compleanno cucciolo.

giovedì 7 febbraio 2013

Influenza

La famiglia Fujiko è stata abbattuta dal virus influenzale. Uno ad uno, come i dieci piccoli indiani.
Tutti tranne una: la bisnonna, lei non ha anticorpi, lei ha dei pirana affamati. Sono in grado di fagocitare anche i microorganismi più tenaci.
Lei ha preso solo un pò di tosse e si aggirava per casa con l'aria affranta di chi è in punto di morte. Io, con la febbre a 39, i brividi, mal di testa furente avrei voluto abbatterla a suon sternuti infetti.
Vabbè.

Mr G ha avuto due giorni di febbre alta e poi si è ripreso. Già, un uomo ammalato. Ma lui, in questi casi, non appartiene al genere maschile. Sì, d'accordo, tende ad avere l'aria tragica di chi non sa se c'è un domani, ma lui con 38 di febbre lava i piatti, cambia i nani, e lava loro i denti.
Ti fa incazzare, dai, non ho manco l'alibi di scrivere un post decente sul blog in cui lamentarmi della malattia del consorte.
Io, ad esempio con la febbre a 37 mi inchiodo al divano e tendo a delegare anche la grattata all'alluce sinistro. Poi, ovviamente, con due nani in giro per casa hai poco da delegare, l'unica speranza è smaterializzarsi nell'antimateria per un paio di giorni, ma finchè questo non accade ti tocca alzarti, anche quando le tue ossa gridano vendetta.
E i vostri mariti-compagni come si comportano quando sono ammalati?

giovedì 3 gennaio 2013

Traslochi

Ho latitato, tanto.
Il 2012 si è concluso, è stato un anno importante, un anno di cambiamenti. Casa Fujiko ha cambiato casa, non nel senso del blog (vabbè, pure quello ha dovuto cambiare piattaforma vista la chiusura di Splinder), ma nel senso che ha traslocato in una casa nuova: dalla provincia è tornata in città.

Lo ammetto: il mio spirito bucolico fa cagare. Amo la città, amo la confusione, amo avere tutto sotto casa, amo non sapere come si chiama il mio vicino, specie se mi sta sul cazzo e mi fa mille domande indiscrete ogni volta che mi incontra.
Confesso che entrare al bar e sentire il barista che mi chiede come mai sono tre giorni che non annaffio i gerani mi inquieta un tantino. Ok, d'accordo, la sto facendo pesante, non sono mica tutti così! Ho incontrato gente meravigliosa alla quale ho concesso amicizia anche su facebook.
Sì, d'accordo il motivo principale del trasloco era avvicinarsi ai luoghi di lavoro, evitare il traffico dell'ora di punta, ma confesso che questo è il mio habitat.

Volevo solo giustificare la mia assenza, sappiate che se vedo uno scatolone nei prossimi 20 anni muoio, giuro.
Ne ho ancora quattro o cinque che non so dove collocare. Li guardo con diffidenza, li ho chiusi in uno sgabuzzino, spero si smaterializzino da soli nell'antimateria, ma lo so che mi toccherà smazzarli prima o poi.

Con questo post sconclusionato volevo augurarvi un scintillante 2013!
A presto.

martedì 16 ottobre 2012

Parolacce

Casa Fujiko interno notte.
"Dormi tesoro, è tardi."
"Guadda mamma il ciuccio."
"Già, il ciuccio, ora fai la nanna"
"Guadda mamma l'ho incastrato"
"Già,  l'hai incastrato nel cuscino, ora tiralo fuori e basta."
"Incastrato?"
"Già, incastrato."
"Incastrato...ma casso dicio.."
"^^"
Temo che il co-sleeping sia l'ultimo dei miei problemi.
Il micrognomo è un contenitore esplosivo di parolacce: ne sa pochissime, ma quelle tre le usa sempre a proposito. Noi, assidui frequentatori dello'accademia della crusca, ignoriamo dove le abbia apprese, speriamo le dimentichi in fretta.
Ma voi come vi comportate? Non vale ridere, una pedagogista non dovrebbe avere simili dilemmi.

martedì 11 settembre 2012

Attachment parenting o come diavolo si chiama

Casa Fujiko interno notte.
"Nano, e' stata una bella giornata oggi?"
"Si, mamma."
"Dimmi le cose belle che ti sono capitate, dai!"
"Sono andato all'asilo nuovo, ho giocato con il camion e poi tu finalmente sei andata via e io sono rimasto con le maestre nuove"

Ok, inserimento riuscito, ma come-l'ho-fatto-lo-disfo.
Post dedicato agli allarmisti del co-sleeping, attachment parenting, allattamento a richiesta e compagnia bella!

domenica 5 agosto 2012

Quei giorni

Ci sono giorni che sembrano non finire mai, durante i quali ti chiedi incessantemente dove hai sbagliato. E lo trovi quel "dove", ne trovi cento, mille di errori, quei giorni in cui saresti in grado di incolparti anche per l'afa di Caronte e per il rincaro delle accise.
Oggi e' uno di QUEI giorni.
In cui l'occhio e' costantemente focalizzato su ciò che non va, in cui l'impazienza prende il sopravvento sulla ragione, in cui i bilanci non quadrano mai.
Quei giorni in cui tuo figlio impiega un'ora e venti per addormentarsi, rovescia tre volte il succo sul tappeto, quell'altro si lancia dal divano e si spezza un dentino, in cui la nonna ti chiede ottocento volte in un minuto la stessa cosa e il cane non ne vuole sapere di dormire in cuccia.
Quei giorni in cui già alle 9 25 del mattino avresti bisogno di tre red bull o di sei ore di meditazione tibetana onde evitare stragi.
Quei giorni in cui la vicina di casa e' simpatica quanto un'emorroide sanguinante e in tv trasmettono la replica di "caro maestro".
Ecco, voi come sopravvivete a QUEI giorni?
Gli stupefacenti non sono consentiti, please.