lunedì 18 ottobre 2010

Giornata rosa

logo-nastrorosaA te mamma. 18 marzo 2008.
Otto anni di assenza, di esperienze non convidise, otto anni a parlare allo specchio, otto anni di dolore, che ogni tanto si affievolisce, ogni tanto ritorna con tutta la sua intensità.
Otto anni a chiedermi come sarebbe stato, ad immaginarti fare la nonna, che era il tuo più grande desiderio mai realizzato. Non abbiamo fatto in tempo, è arrivato prima LUI.
E allora arriviamo prima noi, facciamo prevenzione.

martedì 12 ottobre 2010

Come ti addormento il pupo






co sleepingFujiko,
pedagogista, educatrice, dieci anni spesi a lavorare con i bambini, prima di avere figli liquidava l'argomento sonno dei bambini con un lapidario "basta lasciarli piangere".
Poi è diventata mamma e la prospettiva è un attimo cambiata: al pianto del piccolo gnomo reagiva con la tranquillità di uno che aveva ingerito quindici caffè nel giro di venti minuti.
Era seguace di Estivill...prima di applicarlo, poi ha odiato con tutta sè stessa il pediatra spagnolo che, pare, abbia evitato accuratamente di riprodursi.

Ma lei, preoccupata di viziare il piccolo, lo metteva nel suo lettino e lo lasciava piangere, standogli accanto, fino a che non si addormentava..questo per otto mesi, poi, in vacanza, non potendo farlo piangere l'ha fatto addormentare in braccio e da quel giorno il nano non solo non ha più pianto, ma non ha più nemmeno voluto dormire abbracciato: voleva coricarsi nel suo lettino e bastava dargli un pò la mano.
Inutile dire che "fate la nanna" giace in fondo al mare in una nota località della riviera romagnola, ma ora, con il micrognomo l'ansia del come-ti-addormento-il-pupo si ripresenta con tutta la sua complessità.
Il micronano ama molto stare in braccio, roba che i miei figli non sono mai stati quelli de li metti nella culla con il pupazzetto e loro cedono, dalle nostre parti l'oggetto transazionale non ha mai avuto successo.
E allora una domanda sorge spontanea: ma voi ai vostri figli come avete insegnato ad addormentarsi?


lunedì 11 ottobre 2010

Orgoglio materno


Asilo nido, interno giorno.
"Buon giorno Fujiko, le posso parlare un attimo?"
Bastano poche parole per gettare nel panico una mamma alle prese con l'avventura tutta nuova dell'asilo. Scenari cupi e tempestosi si affollano nella mente, guardi il tuo nano ed immagini le azioni più nefande, te lo vedi mentre ura "culo" con fare intimidatorio, lanciarsi in capricci testardi con tanto di testate contro il muro per avergli negato il cioccolatino...Parli signora maestra-bionda, per carità non mi tenga sulle spine, che ha combinato il piccolo gnomo?
"No, solo un minuto per dirle che il nano è davvero bravo, si è inserito benissimo, non la cerca mai (infingardo) e gioca volentieri con i coetanei".

E' così che ti avvicini con il cuore tronfio di orgoglio al tuo nano e questo ti accoglie con "ciao mamma adesso tiamo asio, non vojjo andare a casa!!"
Dalle stelle alle stalle...

 

sabato 9 ottobre 2010

A Sarah

A te piccola Sarah, che il mostro l'hai trovato a casa, nascosto dietro al sorriso di uno zio. Tu che avevi sogni, speranze, gioie che si sono schiantate contro il muro della follia, la follia di quell'uomo che avrebbe dovuto proteggerti. Non l'ha fatto, nessuno ci è riuscito.
E come al solito ci si chiede se si poteva prevedere, se quella follia è davvero esplosa in un giorno di fine estate o se, al contrario era lì in ombra, forse non in vista, ma in ombra sì.
Possibile che un atto tanto orribile si sia scatenato così all'improvviso? Possibile che questo uomo fosse tanto bravo da nascondere il suo impulso malato?
Non lo so. Un ammonimento: guardiamoci in giro e non fingiamo di non vedere, anche quando fa male, anche quando vorremmo nascondere la testa sotto la sabbia.